di Pino Presicci
Origini dell’8 marzo
Nel lontano 1908, a New York, 129 operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni di lavoro. Lo sciopero durò alcuni giorni, finché, l’8 marzo, il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Ci fu un incendio doloso e le 129 operaie, rimaste prigioniere, morirono arse dalle fiamme. Da allora, l’8 marzo è stato riconosciuto come Giornata internazionale della donna.
Altre fonti riportano un altro tragico evento accaduto a New York il 25 marzo 1911: l’incendio della fabbrica Triangle, che causò la morte di 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini), per lo più giovani immigrate italiane ed ebree.
Il ruolo della donna nella società
Le donne sono protagoniste autorevoli e responsabili dello sviluppo sociale. Il loro cambiamento di condizione non ha riguardato solo il passaggio dal ruolo domestico a quello extradomestico, ma anche l’assunzione di responsabilità che vanno oltre la gestione della casa e della famiglia.
Oggi la donna si trova a gestire una rete di relazioni complesse che riguardano non solo la famiglia, ma anche il mondo del lavoro, della scuola e della società in generale.
Le donne nella Costituente
Il 2 giugno 1946 si tennero le elezioni per l’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova Carta costituzionale.
Su 226 donne candidate, solo 21 vennero elette su un totale di 556 deputati. Ecco la loro suddivisione per partito:
- 9 dalla Democrazia Cristiana
- 9 dal Partito Comunista
- 2 dal Partito Socialista di Unità Proletaria
- 1 dall’Uomo Qualunque
Cinque di loro – Maria Federici, Angela Gotelli, Nilde Iotti, Angela Merlin, Teresa Noce – entrarono nella Commissione dei 75, incaricata di redigere il progetto di Costituzione.
Il contributo delle madri costituenti
Le donne della Costituente si distinsero per la loro passione politica e la determinazione nel superare le barriere culturali e sociali. Molte di loro si erano formate nella Resistenza al nazifascismo:
- Laura Bianchini, Nilde Iotti, Teresa Mattei combatterono in prima linea.
- Angela Gotelli e altre operarono come staffette o crocerossine tra le formazioni partigiane.
- Adele Bei, Angela Merlin, Maria Maddalena Rossi conobbero il carcere o il confino sotto il fascismo.
- Elettra Pollastrini fu deportata in Germania.
Queste donne segnarono l’inizio della partecipazione femminile alla vita politica, conquistando diritti civili e politici fondamentali.
Il discorso di Teresa Mattei (18 marzo 1947)
Durante la seduta dell’Assemblea Costituente del 18 marzo 1947, la venticinquenne Teresa Mattei pronunciò un discorso vibrante:
“In una società che da lungo tempo ormai ha imposto alla donna la parità dei doveri, che non le ha risparmiato nessuna durezza nella lotta per il pane, nella lotta per la vita e per il lavoro… che non ha risparmiato alla donna nemmeno l’atroce prova della guerra guerreggiata nella sua casa… e l’ha spinta a partecipare non più inerme alla lotta, salutiamo finalmente come un riconoscimento meritato e giusto l’affermazione della completa parità dei nostri diritti.”
(Assemblea Costituente, seduta del 18 marzo 1947)
L’impegno delle donne nella Costituzione
Nonostante fossero solo 21, le madri costituenti riuscirono a far riconoscere nella Costituzione italiana alcuni principi fondamentali di parità, tra cui:
- Art. 29 – Uguaglianza giuridica e morale tra coniugi
- Art. 37 – Diritti della donna lavoratrice
- Art. 51 – Accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza
Inoltre, lottarono per la tutela economico-sociale della famiglia e della maternità, la protezione dell’infanzia e il diritto di accesso delle donne alla magistratura.
Il discorso di Maria Federici (26 novembre 1947)
Maria Federici criticò la contraddizione di chi voleva escludere le donne dalla magistratura pur riconoscendo il principio di uguaglianza. Con sottile ironia dichiarò:
“Vorrei anche dire – e specialmente ai colleghi del Partito al quale mi onoro di appartenere (La Democrazia Cristiana) – che se una donna ha ricevuto dalla Provvidenza talenti speciali, che la Provvidenza è ben libera di seppellire in un cervello femminile, quale diritto avete voi per impedire che questa donna possa sfruttare i talenti che ha ricevuto e che è suo dovere mettere a profitto?
Allora, onorevoli colleghi, la severità della carriera farà cadere le incapaci, non temete. Ma salutate fin d’ora quella donna che, anche per vostro merito, salirà per prima ad amministrare la giustizia, con coscienza virile, illuminata, sorretta e riscaldata da un cuore femminile.”
(Assemblea Costituente, seduta del 26 novembre 1947)
Il simbolo della mimosa
Una curiosità: fu Teresa Mattei a scegliere la mimosa come simbolo dell’8 marzo.
Lo scelse perché era un “fiore povero”, facilmente reperibile in primavera, e accessibile a tutte le donne, anche a quelle meno abbienti.
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