Lo spopolamento del Sud a cura di Melinda Miceli Presidente Anim Sicilia

Lo spopo­la­men­to del Sud a cura di Melin­da Miceli Pres­i­dente Anim Sicil­ia

Nei borghi del Sud, dove ogni pietra cus­todisce l’e­co di epoche nobili e ogni vico­lo si fa memo­ria di un’u­man­ità oper­osa aleg­gia ormai un silen­zio che si fa pia­ga, quel­lo del­lo spopo­la­men­to. Sce­nari incan­tati, sospe­si tra cielo e mare, dove il tem­po pare esser­si cristal­liz­za­to in un affres­co di luce mediter­ranea; eppure sono oggi svuo­tati delle loro voci più gio­vani, come se un incan­tes­i­mo li avesse con­dan­nati all’oblio.

I borghi del Merid­ione da Ger­ace a Gala­tro Terme, da Sutera a Pietrap­er­tosa, a San Ange­lo Le Frat­te, si offrono agli occhi come reliquiari viven­ti. Architet­ture nor­manne, arabeg­gianti labir­in­ti di case bianche, chiese scol­pite nel­la pietra come gemme votive: ogni ele­men­to rac­con­ta una sto­ria di strat­i­fi­cazioni cul­tur­ali, di incon­tri e di con­t­a­m­i­nazioni sub­li­mi. Le ter­razze si aprono su val­late mis­te­riose, i pro­fu­mi di zagara e ros­mari­no si mescolano all’aria, e le piazze, un tem­po teatro di feste patronali e mer­cati bruli­can­ti, ora cus­todis­cono solo l’om­bra dei pas­sati splen­dori.

L’assen­za di lavoro, la man­can­za di servizi essen­ziali, l’iso­la­men­to infra­strut­turale e la deser­ti­fi­cazione sociale sono i demoni che li asse­di­ano. Le gio­vani gen­er­azioni, come uccel­li migra­tori, abban­do­nano i nidi in cer­ca di oriz­zon­ti più promet­ten­ti, por­tan­do con sé il sangue vivo del­la comu­nità. E così, come antiche necrop­oli, i borghi si svuotano, las­cian­do spazio solo agli anziani, cus­to­di di mem­o­rie che rischi­ano di speg­n­er­si con loro.

Questi luoghi antichi chiedono altro una nuo­va allean­za tra uomo e ter­ri­to­rio. Le soluzioni esistono e risiedono nel­la visione e nel cor­ag­gio: inves­ti­men­ti mirati nel tur­is­mo espe­rien­ziale e cul­tur­ale, incen­tivi per il ritorno dei gio­vani attra­ver­so smart work­ing e imp­rese agri­cole inno­v­a­tive, il recu­pero del pat­ri­mo­nio immo­bil­iare attra­ver­so prog­et­ti di accoglien­za dif­fusa e res­i­den­ze artis­tiche.

Anche l’an­i­ma dei borghi può essere ripopo­la­ta: attra­ver­so fes­ti­val d’arte, scuole di mestieri antichi, itin­er­ari spir­i­tu­ali che risveg­li­no il sacro che anco­ra per­mea questi luoghi. È nec­es­saria una nuo­va nar­razione che resti­tu­is­ca al mon­do l’im­mag­ine dei borghi non come rovine, ma come cus­to­di viven­ti di un’u­man­ità più aut­en­ti­ca, capace di dialog­a­re con la moder­nità sen­za rin­negare le pro­prie radi­ci.

I borghi del Sud sono tem­pli nat­u­rali, sospe­si tra l’u­mano e il divi­no. Non sono da con­sid­er­ar­si terre dimen­ti­cate, ben­sì matri­ci da cui può rifiorire una nuo­va visione di futuro. Nel silen­zio delle loro vie, chi sa ascoltare può anco­ra udire il bat­ti­to lento ma caparbio del­la sper­an­za: quel­la di una rinasci­ta di luoghi dove il tem­po ha cesel­la­to la civiltà, dove il silen­zio par­la anco­ra in gre­co, lati­no e arabo.

Attra­ver­san­do le strade spopo­late di Sutera, di Ger­ace, di Cra­co, San­t’An­ge­lo Le Frat­te, Gala­tro Terme, viene alla mente la pro­fezia di Pier Pao­lo Pasoli­ni, che parla­va del­la “scom­parsa delle luc­ci­ole” come del­la fine di un’I­talia con­tad­i­na, aut­en­ti­ca, spir­i­tuale. Oggi non spariscono solo le luc­ci­ole: spariscono interi pae­si tra­di­ti.

Chi­unque abbia occhi (non solo iPhone) vede che questi borghi sono cap­ola­vori d’arte e natu­ra, di una bellez­za uni­ca dis­abi­ta­ta. Le case in pietra, le chiese scol­pite come reliquiari, le scali­nate che sem­bra­no pen­sate da artisti del pae­sag­gio: ogni ango­lo è una poe­sia di pietra. Borges dice­va che “la bellez­za è quel che res­ta del­lo splen­dore del vero”: ebbene, nei borghi del Sud il vero è anco­ra vis­i­bile e da sco­prire, ama­to dai cac­cia­tori del­l’in­soli­to.

Non è la man­can­za di moder­nità a uccidere i borghi: è l’ignoranza. È l’idea mis­er­abile che pro­gres­so sig­ni­fichi solo palazzi di vetro e cen­tri com­mer­ciali. Come se l’anima di un popo­lo potesse stare in un out­let.

L’abbandono non è inevitabile. È frut­to di pre­cise scelte o non scelte, l’assen­za di infra­strut­ture, di lavoro, il dis­in­ter­esse di alcune ammin­is­trazioni inca­paci di val­oriz­zare il pro­prio pat­ri­mo­nio. E chi emi­gra spes­so non per suo vol­ere, sa che abban­dona una bib­liote­ca mil­lenar­ia per una dis­cote­ca di per­ife­ria.

Le soluzioni sono ele­men­tari, tan­to quan­to il cor­ag­gio che man­ca a met­ter­le in prat­i­ca.
In pri­mo luo­go: incen­tivi veri per chi vuole trasferir­si. Non ele­mo­sine, non bonus spot: piani decen­nali di inves­ti­men­to sul restau­ro, sul­la via­bil­ità, sui servizi essen­ziali.

In sec­on­do luo­go: cul­tura. I borghi devono diventare cen­tri di pro­duzione artis­ti­ca, sedi di fes­ti­val inter­nazion­ali, poli uni­ver­si­tari decen­trati. Dove c’è arte, c’è vita. Dove c’è iden­tità, c’è futuro.

Infine, serve una nuo­va nar­razione. I borghi non sono da vendere a 1 euro come strac­ci usati, ma da esi­bire come coro­ne. Come monili rari. Bisogna far capire ai gio­vani che vivere a Ger­ace, a Sav­o­ca o a Castelmez­zano è impor­tante tan­to quan­to abitare in un con­do­minio di cit­tà.
“Chi sal­va una vita sal­va il mon­do intero», dice il Tal­mud. Chi sal­va un bor­go, sal­va l’I­talia.
Non abbi­amo bisog­no di nuovi gratta­cieli, di nuovi cen­tri com­mer­ciali, di nuove cat­te­drali nel deser­to. Abbi­amo bisog­no di ritrovare l’anima, e l’anima abi­ta anco­ra, in silen­zio, nei borghi vuoti del Sud.

L’as­so­ci­azione nazionale “Ital­iani nel mon­do” pro­muove molte inizia­tive legate all’i­den­tità, alla cul­tura e al sosteg­no del­la comu­nità ital­iana all’es­tero.

- Pro­mozione del­la cul­tura ital­iana: even­ti su arte, cuci­na, musi­ca, cin­e­ma, let­ter­atu­ra, moda ital­iana. Cor­si di lin­gua e cul­tura: per figli di emi­grati o per chi vuole man­tenere o risco­prire le pro­prie radi­ci ital­iane. Sup­por­to legale e buro­crati­co: assis­ten­za su cit­tad­i­nan­za, pen­sioni, pratiche con­so­lari. Net­work­ing pro­fes­sion­ale: creazione di reti di ital­iani nel mon­do per col­lab­o­razioni, oppor­tu­nità lavo­ra­tive, men­tor­ing.
Val­oriz­zazione delle eccel­len­ze ital­iane: pre­mi­azioni di ital­iani che si sono dis­tin­ti all’es­tero in vari set­tori (scien­za, busi­ness, arte, sport), dete­ni­amo diver­si pre­mi tra cui La Fenice d’oro Inter­na­tion­al art Prize Giot­to del Criti­co d’arte Melin­da Miceli. Tur­is­mo delle radi­ci: pro­muo­vere viag­gi in Italia per risco­prire i luoghi d’o­rig­ine delle famiglie. Sol­i­da­ri­età e sosteg­no sociale: aiu­to agli ital­iani in dif­fi­coltà in altri pae­si.

Ope­ri­amo già sul­la dife­sa dei dirit­ti degli ital­iani all’es­tero: rap­p­re­sen­tan­za pres­so isti­tuzioni ital­iane ed estere. Scam­bi cul­tur­ali e gemel­lag­gi: tra cit­tà ital­iane e comu­nità ital­iane all’es­tero.

Ci si è ripro­pos­to di creare:
Inizio cor­si di lin­gua ital­iana per bam­bi­ni e adul­ti.

Webi­nar gra­tu­ito: “Come ottenere la cit­tad­i­nan­za ital­iana per dis­cen­den­za”. Pro­gram­ma di men­tor­ing: col­le­gare gio­vani ital­iani all’es­tero con pro­fes­sion­isti.
Ha spie­ga­to il Cav Anto­nio Anto­nio Per­agine Pres­i­dente Nazionale Anim:

“A nome del­l’As­so­ci­azione, desidero esprimere il più sin­cero ringrazi­a­men­to a quan­ti han­no con­tribuito con dedi­zione, pro­fes­sion­al­ità e spir­i­to di servizio alla real­iz­zazione del nos­tro prog­et­to.

Un sen­ti­to riconosci­men­to va alla Dau­nia Glob­al Ser­vices Com­mer­cial Net­work di Bar­bara Rinal­di, per il gen­eroso sup­por­to e la preziosa col­lab­o­razione.

Ogni per­sona che dona il pro­prio tem­po e il pro­prio tal­en­to per il bene comune rap­p­re­sen­ta un pilas­tro essen­ziale per la cresci­ta del­la nos­tra comu­nità. È doveroso per noi ono­rar­li con grat­i­tu­dine, rispet­to e vis­i­bil­ità.

Gra­zie a tut­ti col­oro che han­no cre­du­to e cre­dono nel­la nos­tra mis­sione.

Con viva riconoscen­za,

Il Pres­i­dente
Dott. Anto­nio Per­agine

Dott.ssa Melin­da Miceli Criti­co d’arte Pres­i­dente Anim Sicil­ia

Lo spopo­la­men­to del Sud a cura di Melin­da Miceli Pres­i­dente Anim Sicil­ia
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