Arbëreshë: L’ultimo baluardo di una cultura sull’orlo dell’oblio

Nel cuore dell’Italia merid­ionale, tra le colline asso­late del­la Cal­abria, del­la Basil­i­ca­ta, del­la Puglia e del­la Sicil­ia, soprav­vive un’isola cul­tur­ale che sfi­da il tem­po e l’oblio.

Gli Arbëreshë, dis­cen­den­ti degli esuli albane­si fug­gi­ti dall’invasione ottomana nel XV sec­o­lo, cus­todis­cono una tradizione mil­lenar­ia che rischia di svanire nell’era del­la glob­al­iz­zazione. Un popo­lo che, con tena­cia e orgoglio, ha preser­va­to lin­gua, riti e cos­tu­mi, ma che oggi si tro­va a com­bat­tere una battaglia silen­ziosa con­tro l’erosione del­la memo­ria col­let­ti­va.

La sto­ria degli Arbëreshë è un rac­con­to epi­co di resisten­za e adat­ta­men­to. Arrivati in Italia come profughi, trovarono rifu­gio in terre spes­so imper­vie e inospi­tali, ma rius­cirono a costru­ire comu­nità fioren­ti. La loro lin­gua, l’arbërisht, un dialet­to albanese arcaico, è un tesoro lin­guis­ti­co che soprav­vive solo gra­zie alla trasmis­sione orale. Le loro chiese, con riti bizan­ti­ni e icone sacre, sono tes­ti­mo­ni­anze viven­ti di una fede che ha resis­ti­to ai sec­oli. Eppure, ques­ta ered­ità è oggi minac­cia­ta dall’assimilazione cul­tur­ale e dall’indifferenza delle nuove gen­er­azioni.

Il mon­do mod­er­no, con la sua fre­n­e­sia e il suo appi­at­ti­men­to cul­tur­ale, non las­cia spazio alle iden­tità mar­gin­ali. I gio­vani Arbëreshë, attrat­ti dalle luci delle cit­tà e dalle oppor­tu­nità del mon­do glob­al­iz­za­to, abban­do­nano i borghi natii, por­tan­do con sé non solo il futuro delle comu­nità, ma anche il ris­chio di perdere per sem­pre un pez­zo di sto­ria umana. La lin­gua arbër­isht, già con­fi­na­ta ai con­testi famil­iari e rit­u­ali, rischia di diventare un mero reper­to muse­ale, un suono sen­za eco.

Nonos­tante le sfide, c’è chi resiste. Asso­ci­azioni cul­tur­ali, stu­diosi e appas­sion­ati si bat­tono per man­tenere viva la fiamma del­la cul­tura arbëreshë. Fes­ti­val, pub­bli­cazioni e inizia­tive didat­tiche cer­cano di riavvic­inare i gio­vani alle loro radi­ci. Ma è una lot­ta impari, com­bat­tuta con mezzi lim­i­tati e spes­so incom­pre­sa dalle isti­tuzioni. La cul­tura arbëreshë, così ric­ca e com­p­lessa, non tro­va spazio nei pro­gram­mi sco­las­ti­ci né nei media main­stream. È un pat­ri­mo­nio che rischia di scom­par­ire nell’indifferenza gen­erale.

Eppure, ques­ta cul­tura ha molto da inseg­nare. La sua capac­ità di inte­grare ele­men­ti albane­si, ital­iani e bizan­ti­ni è un esem­pio di sin­cretismo cul­tur­ale che potrebbe ispi­rare un mon­do sem­pre più divi­so. La sua musi­ca, con i can­ti poli­foni­ci che riecheg­giano nelle val­late, è un’esperienza emo­ti­va uni­ca. La sua cuci­na, sem­plice ma ric­ca di sapori, è un viag­gio nel tem­po e nel­lo spazio. Ma tut­to questo rischia di essere dimen­ti­ca­to, sepolto sot­to il peso del­la moder­nità.

Il des­ti­no degli Arbëreshë è un moni­to per tutte le cul­ture minori­tarie. In un’epoca in cui la diver­sità è spes­so vista come un osta­co­lo, la loro sto­ria ci ricor­da l’importanza di preser­vare le iden­tità uniche. Ma la doman­da è: c’è anco­ra spazio per loro nel mon­do di oggi? O sono des­ti­nati a diventare un’altra voce nel coro delle cul­ture per­dute?

Forse, la rispos­ta sta nel­la capac­ità di rein­ven­tar­si. Gli Arbëreshë non pos­sono vivere solo di nos­tal­gia. Devono trovare un modo per far dialog­a­re il loro pas­sato con il pre­sente, per trasfor­mare la loro ered­ità in un’opportunità. Il tur­is­mo cul­tur­ale, l’arte, la let­ter­atu­ra potreb­bero essere chi­avi per aprire nuove porte. Ma serve un impeg­no col­let­ti­vo, non solo da parte delle comu­nità arbëreshë, ma di tut­ta la soci­età.

Gli Arbëreshë sono un popo­lo che ha sfida­to la sto­ria, ma oggi si tro­va a com­bat­tere una battaglia anco­ra più dif­fi­cile: quel­la con­tro l’oblio. La loro cul­tura, così ric­ca e vibrante, meri­ta di essere conosci­u­ta e preser­va­ta. Non come una reliquia del pas­sato, ma come un’ispirazione per il futuro. In un mon­do sem­pre più omo­ge­neo, le loro voci rap­p­re­sen­tano una diver­sità preziosa, un pat­ri­mo­nio che appar­tiene a tut­ti noi.

Forse, il tem­po degli Arbëreshë non è anco­ra fini­to. Forse, c’è anco­ra sper­an­za. Ma solo se sapre­mo ascoltare le loro sto­rie, se sapre­mo riconoscere il val­ore del­la loro ered­ità. Per­ché, come scrive­va il poeta arbëreshë Giro­lamo De Rada, “la memo­ria è il solo modo per vin­cere la morte.” E la memo­ria, oggi più che mai, è un dovere che non pos­si­amo per­me­t­ter­ci di igno­rare.

Robert Von Sach­sen Bel­lony

 

Bib­li­ografia

De Rada, Giro­lamo

“Opere scelte”. Edi­zioni Arbe­ria, 2003.

Una rac­col­ta essen­ziale delle opere del poeta arbëreshë Giro­lamo De Rada, con­sid­er­a­to uno dei padri del­la let­ter­atu­ra albanese mod­er­na. Le sue poe­sie e rif­les­sioni offrono uno sguar­do pro­fon­do sul­la cul­tura e l’identità arbëreshë.

Bel­lus­cio, Rena­to

“Gli Arbëreshë: Sto­ria, cul­tura e tradizioni di una mino­ran­za etni­ca in Italia”. Rub­bet­ti­no Edi­tore, 2010.

Un’analisi det­tagli­a­ta del­la sto­ria e delle tradizioni degli Arbëreshë, con par­ti­co­lare atten­zione alla loro inte­grazione nel con­testo ital­iano e alle sfide con­tem­po­ra­nee.

Mas­ci, Francesco

“La lin­gua arbëreshë: Un pat­ri­mo­nio da sal­vare”. Uni­ver­sità degli Stu­di di Paler­mo, 2015.

Uno stu­dio lin­guis­ti­co appro­fon­di­to sul­la lin­gua arbër­isht, con un focus sul­la sua evoluzione e sulle strate­gie per la sua con­ser­vazione.

Gjergji, Andro­maqi

“Cos­tu­mi e tradizioni degli Arbëreshë”. Isti­tu­to Albanese di Cul­tura, 2008.

Un’opera che esplo­ra i cos­tu­mi, i riti e le tradizioni degli Arbëreshë, con un’attenzione par­ti­co­lare alla loro ered­ità cul­tur­ale e reli­giosa.

Pipa, Arshi

“Arbëreshë: Iden­tità e dias­po­ra”. Cen­tro Stu­di Arbëreshë, 2012.

Un’analisi soci­o­log­i­ca del­la dias­po­ra arbëreshë, con un focus sulle dinamiche di iden­tità e inte­grazione nel con­testo glob­ale.

Tagli­avi­ni, Car­lo

“Le mino­ranze lin­guis­tiche in Italia”. Edi­zioni Pao­line, 1999.

Un testo fon­da­men­tale sulle mino­ranze lin­guis­tiche in Italia, con un capi­to­lo ded­i­ca­to alla comu­nità arbëreshë e alla sua lin­gua.

Besa, Vin­cen­zo

“Musi­ca e can­ti poli­foni­ci arbëreshë”. Edi­zioni Arbe­ria, 2007.

Una rac­col­ta di can­ti poli­foni­ci tradizion­ali arbëreshë, con un’introduzione che ne spie­ga il con­testo cul­tur­ale e stori­co.

Kadare, Ismail

“Il ponte dei tre archi”. Lon­gane­si, 2005.

Un roman­zo che, pur non trat­tan­do diret­ta­mente degli Arbëreshë, offre uno sguar­do sul­la cul­tura albanese e sulle sue radi­ci, utili per com­pren­dere il con­testo stori­co da cui proven­gono gli Arbëreshë.

Asso­ci­azione Cul­tur­ale Arbëreshë

“Riv­ista Arbëria”. Pub­bli­cazione trimes­trale, 2010–2025.

Una riv­ista ded­i­ca­ta alla cul­tura arbëreshë, con arti­coli, inter­viste e appro­fondi­men­ti sulle tradizioni, la lin­gua e le inizia­tive cul­tur­ali.

UNESCO

“Pat­ri­moni imma­te­ri­ali dell’umanità”. UNESCO, 2020.

Un rap­por­to che include la cul­tura arbëreshë tra i pat­ri­moni imma­te­ri­ali da preser­vare, con un’analisi delle sfide e delle oppor­tu­nità per la sua con­ser­vazione.

 

Arbëreshë: L’ultimo balu­ar­do di una cul­tura sull’orlo dell’oblio
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